Uncharted incontra Resident Evil?
The Last of Us si lascia giocare…
In un momento in cui il reboot di Tomb Raider sta minacciando da
vicino la stabilità della trilogia di Uncharted, Naughty Dog è tutta
intenta a raffinare segretamente la ricetta di gioco del suo nuovo
franchise in esclusiva per PlayStation 3: The Last of Us. Stiamo
parlando di un titolo che al momento del suo annuncio ci ha fatto subito
drizzare le antennine, colpiti al cuore dal connubio
dell’inconfondibile stile Naughty Dog unito alla sua natura di Action
dai manifesti toni survival horror. D'altronde, a rendere ulteriormente
interessante la ricetta, c’è anche il fatto che The Last of Us sia la
seconda IP originale presentata da Naughty Dog per l’attuale ammiraglia
Sony. E se vi dicessimo che abbiamo avuto il piacere di mettere le
nostre mani su una Demo (una versione pre-alpha) per testare a fondo la
bontà del gameplay ed apprezzare la raffinata grafica di gioco?
Sony Italia ci ha gentilmente ospitato nei suoi uffici, lasciandoci
sprofondare in un comodo divano in pelle umana e, pad alla mano,
concedendoci l’onore di giocare una buona porzione di un livello di The
Last of Us. Non abbiamo potuto conoscere i dettagli dell’inizio
dell’avventura, ma siamo stati sbalzati in un punto imprecisato della
trama, con il protagonista Joel e la misteriosa quattordicenne Ellie
accompagnati da una giovane donna. Sapevamo già precedentemente che il
titolo sarà ambientato in un contesto post-apocalittico, dopo che una
misteriosa infezione fungina ha decimato la popolazione mondiale. Non ci
ha sorpreso, dunque, di ritrovarci nel bel mezzo di una città americana
in piena decadenza. La pioggia cadeva lentamente e il trio si avviava a
passo incerto verso quello che avrebbe potuto essere un riparo
temporaneo. Nonostante la sensazione di precaria sicurezza, ci siamo
subito soffermati a guardarci intorno, ammirando la bontà dell’engine
grafico proprietario e la cura riposta nella modellazione
dell’ambientazione, in particolar modo apprezzando gli effetti
atmosferici e la replica delle pozze d’acqua e dei rivoli di pioggia sui
vetri delle finestre. Lo stile Naughty Dog è fortemente percepibile
nell’intera produzione e non può che rievocare i fasti grafici della
serie di Uncharted, sicuramente un ottimo presupposto di partenza!
Finalmente, dopo aver esplorato con lo sguardo la zona circostante per
un tempo indefinito, ci siamo decisi ad addentrarci nella struttura
fatiscente di un grattacielo pericolosamente inclinato. All’interno
abbiamo iniziato a raccogliere i primi oggetti: nastro adesivo,
batterie, bottiglie di alcolici, forbici… Lì per lì non era ben chiara
l’utilità di questo materiale, ma ben presto le schermate di un
essenziale tutorial ci hanno introdotto al sistema di crafting del
gioco, che in modo molto intuitivo permette di realizzare oggetti una
volta che si possiede il numero corretto di componenti necessarie. È
bastato accedere all’apposito menu per visualizzare i due o tre oggetti
evidenziati per confezionare un medikit, oppure una molotov, e tenere
premuto il tasto X finché la barra di progressione non si riempisse
completamente. Dopo aver reperito un bastone di legno, la giusta
quantità di forbici e di nastro adesivo, ad esempio, siamo stati anche
in grado di confezionare una temibile mazza chiodata, la prima arma
contundente che abbiamo equipaggiato… ma per fronteggiare chi?
CORDYCEPS UNILATERALIS CONTAGIA L’UOMO
Nel silenzio angosciante, un verso, quasi un ticchettio morboso, ha annunciato l’entrata in scena del primo avversario: un essere umano completamente in balia dell’infezione fungina, con il volto sfigurato da orribili escrescenze e completamente cieco. Questa è solo una delle tipologie di nemici, in cui l’infezione ad opera di una inspiegabile variante del fungo Cordyceps è già in uno stadio abbastanza avanzato, tanto da compromettere irrimediabilmente sensi ed intelletto dell’ospite. Ellie e la giovane donna hanno dimostrato subito di sapersela cavare da sole, rassicurandoci abbastanza sulla bontà delle routine di Intelligenza Artificiale che gestiranno per tutto l’arco del gioco i compagni d’avventura di Joel. Solo in un’occasione, più avanti nella demo, la misteriosa compagna d’avventura, armata anch’essa di pistola, ha deciso spontaneamente di sparare… facendo rumore e mettendoci seriamente nei guai! Inizialmente abbiamo provato a fare affidamento sulla pistola che era già in nostro possesso, con il solo risultato di aver attirato irrimediabilmente l’attenzione del Clicker (questo il suo appellativo per via del rumore che emette) e di aver esaurito in men che non si dica le scarsissime munizioni. Per abbattere questi esseri, infatti, è essenziale concatenare due precisi headshot e la cosa non è affatto semplice per via delle loro isteriche movenze. Oltretutto non è possibile affrontarli apertamente a mani nude, perché avranno immediatamente la meglio su di voi, ricambiandovi la cortesia con un tenero morso alla giugulare! L’unica soluzione è non fare rumore ed aggredirli alle spalle, oppure sfoderare un’arma contundente per massacrarli di mazzate tenendoli al contempo a debita distanza… o ancora fuggire e nascondersi. In The Last of Us la fuga fa parte delle dinamiche di combattimento e consente di prendere le distanze perlomeno da questa tipologia di avversari, che in assenza di ulteriori fonti di rumore non sapranno come rintracciarvi. Ben altra storia saranno gli altri ex-umani appena contagiati dal fungo saprofita, ancora perfettamente vedenti e capaci di inseguirvi e aggredirvi a suon di pugni e calci. Questi li abbiamo incontrati in gran quantità subito dopo il primo scontro e all’inizio – dobbiamo ammetterlo – ci hanno dato del filo da torcere… finché non abbiamo dolorosamente compreso (dopo quattro o cinque “continue”) che Joel non è Nathan Drake e che il sistema di combattimento è più che altro incentrato su dinamiche stealth. Solo dopo aver rinfoderato la pistola e spento la torcia, che comunque – a titolo informativo – consuma preziose batterie, abbiamo scoperto quella che sembrerebbe essere la vera dimensione action di The Last of Us: un mix equilibrato di combattimenti ravvicinati ad armi nude, di instant kill (eseguibili sorprendendo alle spalle gli avversari), di fughe e lunghi appostamenti in attesa del momento propizio per entrare in azione.
UN ARSENALE DA USARE CON PARSIMONIA
Questo non vuol dire che non potrete mai spianare un’arma, sia ben chiaro. Abbiamo raccolto, oltre alla semi-automatica già in nostro possesso dall’inizio, anche un bel fucile a pompa e un Revolver ultra-light che ci hanno dato belle soddisfazioni. Ci siamo tolti perfino lo sfizio di incendiare un gruppo di “mutanti” con una molotov! Ma le bocche da fuoco andranno usate con parsimonia, anche per via della scarsità di munizioni, e comunque preferibilmente dopo aver fatto già piazza pulita di un bel po’ di infettati con una bella coltellata alla gola, oppure strangolandoli silenziosamente. Ad assisterci nei movimenti al buio, essenziali per non attirare le attenzioni dei Runner, ci ha pensato poi una particolare modalità di visualizzazione attivabile durante gli spostamenti di soppiatto, che ha il vantaggio di marcare le silhouette degli avversari anche attraverso i muri. In questo modo, scrutando lo spazio circostante con abili movimenti di camera, sarà sempre possibile muoversi con cognizione di causa. In realtà, abbiamo constatato che i nemici (almeno nella demo testata) seguivano sempre gli stessi percorsi, predisponendo il terreno per un approccio trial & error che potrebbe far storcere il naso a qualche giocatore molto esigente. Se la cosa non vi disturba, sappiate che comunque The Last of Us sembra riuscire nel difficile compito di comunicare perennemente una profonda sensazione di insicurezza, complice anche il fatto che perfino le armi che vi costruirete (coltelli, mazze chiodate etc.) hanno un numero finito di utilizzi. Accanto all’indicatore dell’energia comparirà, infatti, un numero di slot, variabile in base a ciò che avete equipaggiato, che indica quante volte potrete utilizzare ancora quell’arma prima che si rompa. Ad aggravare il senso di precarietà si aggiungerà anche il funzionamento dei medikit, che contrariamente alla norma non permetterà di recuperare immediatamente una porzione di energia. Scordatevi di curare al volo le vostre ferite nel mezzo di un concitato combattimento! Dovrete fuggire, trovare un posto momentaneamente sicuro e una, volta equipaggiato il medikit, mantenere premuto il tasto di utilizzo per tutto il tempo necessario affinché Joel possa medicarsi (una manciata di secondi, non temete). Un approccio realistico che stimolerà il vostro senso di sopravvivenza e che inevitabilmente influenzerà le tattiche di combattimento e il vostro approccio agli spostamenti. Purtroppo la demo era molto breve e non abbiamo avuto modo di valutare altri aspetti di gioco, ma ci sembra comunque di avervi svelato parecchio di questo capolavoro annunciato!
Resta spazio per una considerazione in chiusura d’articolo. Da quanto
visto e testato con mano, sembrerebbe che The Last of Us sia
marcatamente sbilanciato verso un approccio stealth, ma ci preme
ricordarvi che abbiamo affrontato solo ed unicamente esseri umani
infettati dal fungo parassita e neanche tutte le varianti di questa
tipologia di nemici. Senza perdersi nell’immaginare chissà quali Boss
fight con improbabili funghi porcini giganti, dunque, è sufficiente
ricordare che Joel ed Ellie avranno a che fare anche con altri
sopravvissuti ostili (e probabilmente con i militari, che stanno
tentando di contenere il contagio obbligando i cittadini in zone di
quarantena) per lasciare spazio a probabili oscillazioni nel gameplay
fra lo stealth e l’action più classico, à la Uncharted. Detto questo,
speriamo solo di poter nuovamente giocare il più presto possibile The
Last of Us, del quale ci siamo ormai perdutamente invaghiti…
Nel silenzio angosciante, un verso, quasi un ticchettio morboso, ha annunciato l’entrata in scena del primo avversario: un essere umano completamente in balia dell’infezione fungina, con il volto sfigurato da orribili escrescenze e completamente cieco. Questa è solo una delle tipologie di nemici, in cui l’infezione ad opera di una inspiegabile variante del fungo Cordyceps è già in uno stadio abbastanza avanzato, tanto da compromettere irrimediabilmente sensi ed intelletto dell’ospite. Ellie e la giovane donna hanno dimostrato subito di sapersela cavare da sole, rassicurandoci abbastanza sulla bontà delle routine di Intelligenza Artificiale che gestiranno per tutto l’arco del gioco i compagni d’avventura di Joel. Solo in un’occasione, più avanti nella demo, la misteriosa compagna d’avventura, armata anch’essa di pistola, ha deciso spontaneamente di sparare… facendo rumore e mettendoci seriamente nei guai! Inizialmente abbiamo provato a fare affidamento sulla pistola che era già in nostro possesso, con il solo risultato di aver attirato irrimediabilmente l’attenzione del Clicker (questo il suo appellativo per via del rumore che emette) e di aver esaurito in men che non si dica le scarsissime munizioni. Per abbattere questi esseri, infatti, è essenziale concatenare due precisi headshot e la cosa non è affatto semplice per via delle loro isteriche movenze. Oltretutto non è possibile affrontarli apertamente a mani nude, perché avranno immediatamente la meglio su di voi, ricambiandovi la cortesia con un tenero morso alla giugulare! L’unica soluzione è non fare rumore ed aggredirli alle spalle, oppure sfoderare un’arma contundente per massacrarli di mazzate tenendoli al contempo a debita distanza… o ancora fuggire e nascondersi. In The Last of Us la fuga fa parte delle dinamiche di combattimento e consente di prendere le distanze perlomeno da questa tipologia di avversari, che in assenza di ulteriori fonti di rumore non sapranno come rintracciarvi. Ben altra storia saranno gli altri ex-umani appena contagiati dal fungo saprofita, ancora perfettamente vedenti e capaci di inseguirvi e aggredirvi a suon di pugni e calci. Questi li abbiamo incontrati in gran quantità subito dopo il primo scontro e all’inizio – dobbiamo ammetterlo – ci hanno dato del filo da torcere… finché non abbiamo dolorosamente compreso (dopo quattro o cinque “continue”) che Joel non è Nathan Drake e che il sistema di combattimento è più che altro incentrato su dinamiche stealth. Solo dopo aver rinfoderato la pistola e spento la torcia, che comunque – a titolo informativo – consuma preziose batterie, abbiamo scoperto quella che sembrerebbe essere la vera dimensione action di The Last of Us: un mix equilibrato di combattimenti ravvicinati ad armi nude, di instant kill (eseguibili sorprendendo alle spalle gli avversari), di fughe e lunghi appostamenti in attesa del momento propizio per entrare in azione.
Questo non vuol dire che non potrete mai spianare un’arma, sia ben chiaro. Abbiamo raccolto, oltre alla semi-automatica già in nostro possesso dall’inizio, anche un bel fucile a pompa e un Revolver ultra-light che ci hanno dato belle soddisfazioni. Ci siamo tolti perfino lo sfizio di incendiare un gruppo di “mutanti” con una molotov! Ma le bocche da fuoco andranno usate con parsimonia, anche per via della scarsità di munizioni, e comunque preferibilmente dopo aver fatto già piazza pulita di un bel po’ di infettati con una bella coltellata alla gola, oppure strangolandoli silenziosamente. Ad assisterci nei movimenti al buio, essenziali per non attirare le attenzioni dei Runner, ci ha pensato poi una particolare modalità di visualizzazione attivabile durante gli spostamenti di soppiatto, che ha il vantaggio di marcare le silhouette degli avversari anche attraverso i muri. In questo modo, scrutando lo spazio circostante con abili movimenti di camera, sarà sempre possibile muoversi con cognizione di causa. In realtà, abbiamo constatato che i nemici (almeno nella demo testata) seguivano sempre gli stessi percorsi, predisponendo il terreno per un approccio trial & error che potrebbe far storcere il naso a qualche giocatore molto esigente. Se la cosa non vi disturba, sappiate che comunque The Last of Us sembra riuscire nel difficile compito di comunicare perennemente una profonda sensazione di insicurezza, complice anche il fatto che perfino le armi che vi costruirete (coltelli, mazze chiodate etc.) hanno un numero finito di utilizzi. Accanto all’indicatore dell’energia comparirà, infatti, un numero di slot, variabile in base a ciò che avete equipaggiato, che indica quante volte potrete utilizzare ancora quell’arma prima che si rompa. Ad aggravare il senso di precarietà si aggiungerà anche il funzionamento dei medikit, che contrariamente alla norma non permetterà di recuperare immediatamente una porzione di energia. Scordatevi di curare al volo le vostre ferite nel mezzo di un concitato combattimento! Dovrete fuggire, trovare un posto momentaneamente sicuro e una, volta equipaggiato il medikit, mantenere premuto il tasto di utilizzo per tutto il tempo necessario affinché Joel possa medicarsi (una manciata di secondi, non temete). Un approccio realistico che stimolerà il vostro senso di sopravvivenza e che inevitabilmente influenzerà le tattiche di combattimento e il vostro approccio agli spostamenti. Purtroppo la demo era molto breve e non abbiamo avuto modo di valutare altri aspetti di gioco, ma ci sembra comunque di avervi svelato parecchio di questo capolavoro annunciato!